Risale a ieri, 30
settembre 2014, l’uscita di Pop-hoolista,
disco che appare agli occhi dei giornalisti come una coloratissima caramella
gommosa per dei bambini. Il titolo gioca volutamente con il doppiosenso “populista”
e “hooligan del pop”. Sul primo nome ci siamo: questo album così intriso di
polemica politica e sociale non può sfuggire alla stessa accusa ripetutamente mossa
contro Beppe Grillo e il suo
Movimento, per il quale Fedez sta scrivendo una canzone in occasione del raduno
del M5S al Circo Massimo di Roma previsto per questo ottobre.
Bisognerebbe invece capire se l’indole ribelle appartenga di
più a un “hooligan” o a un teenager che non rispetta il coprifuoco.
Come possiamo intuire dalla copertina, dove Fedez vomita l’arcobaleno,
il rapper milanese nel nuovo album ne dice di tutti i colori. Da Veleno per topic, primo singolo, da
molti interpretato come dissing nei
confronti di Fabri Fibra e Marracash e in particolare rivolto alla loro
manager Paola Zukar (“sono il
manager di me stesso, non sono una sanguiZukar”), alla pungente critica
ecclesiastica in Cardinal Chic, passando per la
finta lettera a Barbara D’Urso in Non c’è due senza trash e arrivando alla denuncia
sociale del secondo recentissimo estratto Generazione
Boh.
Così si commenta su YouTube. Sì, ma la sua personalità tanto complessa quanto
contraddittoria è anche innegabilmente interessante.
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