Usciamo
dalla gossip-zone dei precedenti articoli che segnalavano la
presenza di esponenti rap ad X-Factor e a MTV Spit per immergerci in una realtà che non ha
niente a che vedere con la spettacolarità televisiva.
È da poco uscito “Come brilla”,
il nuovissimo singolo di Karkadan, rapper tunisino che
dopo essersi fatto largo nella scena hip hop con i suoi pezzi in
arabo-tunisino francesizzato, è ora pronto ad esordire con un
album completamente in italiano che segna l'inizio di una nuova
rinascita musicale e la fine di un periodo travagliato che l'ha reso
protagonista di alcune vicissitudini giudiziarie.
Ma chi
si nasconde dietro la corazza del “rinoceronte”, che è il
significato del suo nome d'arte?
Sabril
Jemel, classe 1983, è un ragazzo che nel 2003 rinuncia alla
notorietà di cui già godeva in Tunisia e si trasferisce a Milano,
dove porta avanti la sua carriera di rapper cantando nella sua lingua
d'origine ma allo stesso tempo denunciando l'ipocrisia e
l'integralismo della sua cultura.
Esordisce
lanciando il format di live hip hop “Terrorism for rent!”
poi diventato una compilation prodotta dalla Virgin francese e
Voodoo Records, finchè nel 2009 riesce ad attirare
l'interesse del grande Muhammed Alì, che si è concretizzata
nella realizzazione di “Ali Bom”, un singolo a lui
dedicato in cui emerge anche la passione del rapper nei confronti del
pugilato.
Dopo
uno street album, collaborazioni italiane ed internazionali, ed
esperimenti di contaminazione tra hip hop e discodance, nel 2014 il rapper dà
origine alla Karkafam, una
crew in cui si raccolgono attorno alla sua figura artisti europei,
africani e arabi risiedenti in Italia (alcuni membri: Shanti, Fankam,
Distramed, Negro del deserto, FrenkThe Specialist). E poi,
l'ultimo progetto: “Ho già mangiato”,
il suo primo disco ufficiale interamente in italiano, ed anticipato
dal singolo “Come brilla”,
prodotto
da
Yung Lee Da Finest.
Ma
ora, ecco l'altro lato della medaglia.
Se il
rap ha illuminato di successi la carriera di Karkadan, allo stesso
tempo i suoi recenti problemi con la giustizia hanno gettato
ombra sulla sua vita. Il rapper, infatti, ha dovuto scontare a
partire dal 2011 due anni e tre mesi di arresti domiciliari
per spaccio, e dal 28 novembre 2013 ha vissuto tre mesi e mezzo di
reclusione al carcere di San Vittore per possesso di sostanze
stupefacenti e detenzione illegale di armi da fuoco.
Un
percorso piuttosto turbolento che, perlomeno, rende questo rapper
autentico e lo autorizza ad affrontare con cognizione di causa temi
spesso relegati al fasullo gangsta rap di cui in Italia tanto
si parla, e poco si conosce.
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