lunedì 22 settembre 2014

Diluvio: dalla scena underground al palco di X-Factor




Che X-Factor sia il programma musicale – se non il programma televisivo – più riuscito degli ultimi anni è ormai un dato di fatto. Tanto che gli si può attribuire il merito di aver sdoganato i pregiudizi riguardo ai talent show, prima etichettati assieme ai reality come “TV spazzatura”.
Così, una volta entrato nella cerchia dei rispettabili, ecco che il programma inizia a far gola anche al rigido mondo della musica underground. 


Giovedì 18 settembre su Sky Uno, e ieri sera in replica su Cielo, è andata in onda la prima puntata delle auditions di X-Factor, alle quali ha partecipato anche il rapper romano Diluvio, attualmente sotto contratto con l’etichetta indipendente Quadraro Basement. Nonostante la fama di cui gode presso la gente del settore, Marco Boserup, questo il suo vero nome, è ripartito da zero mettendosi alla prova alla pari degli altri concorrenti; quindi la scelta di presentarsi con il suo nome anagrafico e di cantare il brano “Mezze Verità” dei Sottotono al posto di un proprio pezzo, dettaglio abilmente tagliato dal montaggio e quindi motivo di discussione sul web. Certo, i tentativi di “mascherarsi” sono stati vanificati non appena Fedez, quarto giudice di X-Factor, ha ammesso di conoscerlo e l’ha promosso con un «canti degnamente e scrivi bene», seguito a ruota dagli altri giudici. Un giudizio sicuramente influenzato dalla precedente conoscenza del rapper (e da spirito di fratellanza?), ma non da una valutazione oggettiva della performance, che potremmo definire leggermente sotto tono, per rimanere in tema.


Comunque, pare che dovremo abituarci alla sua presenza all’interno del programma. Secondo delle voci, infatti, Diluvio avrebbe superato anche la fase successiva delle selezioni, quelle dei Bootcamp



A questo punto perché non presentarsi a The Voice, dove i giudici avrebbero giudicato la sua esibizione canora senza poterlo vedere e riconoscere? Se l’intento era quello di fare un bagno di umiltà, possiamo dire che nell’acqua ci è entrato, ma solo fino alle caviglie.


Quella di Diluvio, comunque, è solo l’ultima delle numerose apparizioni di rapper in televisione nell’ultimo anno: a partire da J-AX come giudice di The Voice, a Emis Killa come membro della giuria di Miss Italia, a Clementino come concorrente di Pechino Express e lo stesso Fedez come giudice di X-Factor. Che il mondo dell’hip hop, che tanto si vanta di essere limpido e distaccato, si stia rendendo conto che essere ricchi e famosi non fa poi così schifo?

lunedì 15 settembre 2014

I Bushwaka "phanno phaville"





Una delle più recenti novità del mercato italiano è rappresentata dai Bushwaka, un gruppo nato nel giugno 2013 dall’unione di Mike24 e Samuel Heron, due ragazzi provenienti rispettivamente da Avellino e da La Spezia con alle spalle delle carriere da solisti.
A questo duo, promosso dalla nuova etichetta discografica “Newtopia” di J-Ax e Fedez, si deve accreditare il fatto di aver riempito un vuoto nel panorama dell’hip hop italiano; che poi si sentisse davvero il bisogno di colmare questa mancanza, sarebbe un argomento su cui riflettere.
I Bushwaka, infatti, si contraddistinguono per la fusione di sonorità sperimentali insieme a quelle classiche del rap, ma il tutto avviene entro una cornice incredibilmente trash che traspare sia nei testi che nei video dei loro pezzi. I vestiti stile anni ’90 dai colori sgargianti recuperati alla fiera di Sinigaglia (come loro stessi ammettono in un’intervista) si abbinano alle ambientazioni stravaganti e alla costante presenza della loro mascotte, il panda di nome Phrank. Sì, perché un’altra peculiarità di questi LMFAO italiani è l’assenza della lettera effe nel loro vocabolario: così troveremo tra le loro canzoni titoli come “Tutto phatto” o “Phai come vuoi”, e una loro “phan page” su Facebook.

Se da un lato non possono essere accusati di peccare di originalità rispetto ai colleghi rapper in Italia, dall’altro non è difficile trovare delle affinità con altri gruppi internazionali.
E se la Newtopia avesse in mente per i Bushwaka un percorso simile a quello dei Die Antwoord?
Questo gruppo musicale sudafricano originario di Città del Capo si sta facendo conoscere in tutto il mondo grazie al perfetto mix tra sound hip hop contaminato con l’elettronica e un’immagine eccentrica che buca gli schermi nei loro video decisamente “sopra le righe” e venati da una sottile inquietudine.
Tre sono i componenti del gruppo: il vocalist principale soprannominato Ninja, già celebre nella scena hip hop sudafricana, la pseudo “bambola-assassina” Yolandi Vi$$er e il produttore DJ Hi-Tek dall’identità sconosciuta.
I Die Antwoord hanno esordito nel 2008 con $O$, un album scaricabile gratuitamente sul loro sito web; allo stesso modo la Newtopia ha programmato per il primo disco ufficiale dei Bushwaka un album in freedownload, che si chiamerà “Pandamonium”.  

Mentre aspettiamo l’uscita dell’album, la cui data è ancora incerta, potremmo chiederci se il “phenomeno Bushwaka” sia pronto ad approdare nello scenario mainstream o se sia destinato a non lasciar traccia del suo passaggio.

Noi, intanto, non ci facciamo mancare nemmeno le provocazioni a J-Ax: